Arte neoclassica in Molise: le tue vacanze culturali

 

Chiesa di S. Croce

La duecentesca chiesa parrocchiale di Santa Croce è situata nella parte alta del paese, alla sommità del "Borgo Vecchio". Danneggiata e ricostruita più volte nel corso dei secoli, agli inizi del '700 è stata ristrutturata e riconosciuta nel 1730. La chiesa fu distrutta dal sisma del 1805 e successivamente ricostruita in più fasi fino alla fine del secolo. In tale ricostruzione la chiesa subì una variazione di assi, poiché la facciata era rivolta dalla parte opposta a quella attuale.

La facciata è in pietra gravinata, in stile neoclassico, realizzata su disegni dell'architetto Coriolano e con l'ausilio di scalpellini locali. Del 1840 è l'imponente torre campanaria a quattro piani, di cui il piano terra a pianta quadrata e gli altri ottagonali. L'interno è diviso in tre navate, e vi si conserva l'altare maggiore in marmi policromi e una croce, tutta in argento, con un Cristo di mirabile fattura.

Nel coro, a decorare gli stalli, vi sono tredici tavolette dipinte da Ciriaco Brunetti, di buona fattura e in buono stato di conservazione che rappresentano Cristo e gli apostoli. Notevole è la ricerca psicologica dei vari personaggi e lo studio cromatico che dimostrano padronanza dei mezzi espressivi dell'artista. Ai piedi della chiesa sono visibili i resti di un torrione che era ubicato nel primitivo muro di cinta.

 

Chiesa di S. Maria dei Rivoli

La chiesa, così chiamata perché sorta sui numerosi rivoli che sporgono dal sottosuolo, fu costruita sui resti di un tempio pagano dedicato a Venere, impiegando materiale proveniente da edifici di epoca romana (1000). È la più antica di Bojano e, nel 1324, dipendeva dalla Chiesa Madre del comune di San Lupo, in provincia di Benevento.

Dal 1091 in poi fu denominata anche S. Maria dei Vivari, in relazione all'uso dei monaci di allevare pesci di acqua dolce, per ovviare all'uso della carne in Quaresima. Nel Catasto Onciario del 1744 è chiamata Grancia del Monastero di Monte Vergine. Distrutta dai vari terremoti e ricostruita più volte, la chiesa attuale risale alla seconda metà dell'Ottocento.

Al suo interno si trova la statua raffigurante l'Assunta, opera del Colombo, acquistata a Napoli da don Francesco Diamente che istituì inoltre la processione del 15 agosto (atto del 1828).

 

Chiesa SS Corpo di Cristo

La costruzione della Chiesa di Cristo risale al 1546, pensata come sede della Confraternita del Santissimo Sacramento dell'Eucarestia per gli Infermi. L'edificio era costituito dall'attuale sacrestia che ne formava il presbiterio, con la porta di accesso di fronte a quello che oggi viene chiamato il Palazzotto.

La chiesa risultava molto piccola e quando se ne decise l'ampliamento, il corpo della chiesa divenne il presbiterio di quella attuale: questo nel 1650. Le vicende costruttive proseguirono fino al secolo successivo, favorite da una serie di donazioni testamentarie. Nel 1771 fu ultimata la facciata e la scala di accesso con balaustra, per superare il dislivello della piazza rispetto al piano di calpestio della chiesa.

Nel 1789, con la sopraelevazione nel campanile, la chiesa è da considerarsi compiuta: è questo l'aspetto che ha oggi, col suo sobrio barocco che caratterizza l'interno, a una navata, con paraste binate e con capitelli di ordine corinzio.

Con numerosi lavori a stucco, in questa chiesa vi sono accorgimenti architettonici, per ottenere effetti prospettici, che tendono a creare spazi illusori di maggiore profondità; tra il presbiterio e il braccio anteriore vi è il transetto appena accennato, con giochi di luce che dilatano lo spazio nelle pareti laterali.

Pregevole è l'iconografia, rappresentata dalle tele che sovrastano i tre altari dell'aula e quello della sacrestia, nonché le statue in cartapesta dei 4 Evangelisti, collocate nelle nicchie della navata. Nella sacrestia vi è un altare del secolo XVIII intarsiato e con eleganti disegni nel paliotto e nel piano superiore, e vi si custodisce un dipinto raffigurante l'"Ultima Cena" del secolo XVII.

Nella chiesa era conservato anche il prezioso reliquiario d'argento, finemente intagliato e raffigurante la testa di S. Nicandro, purtroppo trafugato nel 1985.