Vacanze in Molise: Complesso di San Vincenzo Minore e Complesso di San Vincenzo Nuovo
Il complesso detto di San Vincenzo Minore comprende differenti ambienti, di cui particolarmente interessante è la Cripta di Epifanio. La cripta di Epifanio fu realizzata insieme alla ristrutturazione della chiesa: l'ambiente ha una forma a croce greca ed è coperta da una volta a botte. Nel lato cosiddetto Est si ritrovano i resti di una sepoltura, forse appartenuti ad personaggio di rilievo vissuto nell'abbazia.
La cripta è decorata da una serie di affreschi che ancora oggi rappresentano uno dei modelli più importanti per la pittura medievale a livello europeo; per la sua qualità in generale delle opere e per il grado di conservazione, quasi integro. Dal punto di vista propriamente iconografico, essi si presentano come una meditazione sulla figura di Gesù, figlio di Dio, e sul significato della sua venuta tra gli uomini.
Tale considerazione anche in riguardo alla figura dell'abate Ambrogio Autperto e dai suoi studi e commenti sul testo dell'Apocalisse di San Giovanni Evangelista.
Molte delle scene rappresentate sono relative ad episodi della vita di Cristo: illuminato da un fascio di luce proveniente dall'unica finestrella della cripta, Cristo si trova seduto sul globo del Mondo. Seguono poi le scene dell'Annunciazione, la gravidanza di Maria e la rappresentazione della Natività.
All'ingresso della cripta la Vergine Maria è rappresentata invece come un'imperatrice bizantina. Un'altra scena di particolare attrattiva è quella della Crocifissione alla quale assiste, inginocchiato, l'abate Epifanio. Un altro gruppo di scene è relativo invece ai supplizi di Lorenzo e Stefano, i due protomartiri delle chiese d'Oriente e d'Occidente.
Infine, nella parte absidale della cripta, vengono rievocate le visioni avute da Giovanni l'Evangelista e riportate nel Libro dell'Apocalisse. Vi si trovano infatti le rappresentazioni di cinque angeli uno dei quali rappresenta probabilmente Cristo stesso.
Complesso di San Vincenzo Nuovo
Il complesso noto come "Abbazia Nuova" risale agli inizi del XII secolo. Il Chronicon Vulturnense riporta fedelmente come l'abbazia che vi fu edificata venne consacrata da papa Pasquale II nel 1115. Viene descritta come un edificio a tre navate divise da due file di dieci colonne, preceduto da un atrio.
I restauri e le ricostruzioni che il complesso ha subito nel Secondo Dopoguerra hanno modificato, e anche di molto, l’aspetto dei singoli edifici, al punto che oggi è difficile avanzare delle ipotesi di ricostruzione. Il monastero fu costruito entro un recinto fortificato di cui sono visibili alcuni resti, insieme a quelli pertinenti a una torre che lo difendeva sul lato Sud-Est.
All'opposto estremo di questo lato sono visibili i resti della torre di Nord-Ovest, e i resti del muro di recinzione. La basilica di San Vincenzo Nuovo ci appare oggi nella forma presa in seguito alle ricostruzioni degli anni '60. Proprio davanti alla chiesa si scorgono le tracce dell'atrio risalenti a periodi più antichi, rinvenute in scavi degli anni '90.
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