Divertirsi in Montagna: villeggiatura in Molise su Capracotta
Capracotta, stazione climatica e sciistica a 1460 metri di altitudine, posta al centro di un sistema montuoso delimitato dai complessi di Monte Capraro e Monte Campo, è oggi un equipaggiato punto di riferimento per tutto lo sci di fondo del Centro Italia.
Nello splendido scenario naturale di Prato Gentile, godibilissimo d'estate e innevato d'inverno, sono stati infatti ospitati nel 1997 i Campionati Nazionali di Sci di Fondo, consacrando Capracotta tra le località di elezione per tale disciplina; la recente apertura di una pista per lo sci alpino ha inoltre arricchito l'offerta estiva. Capracotta ospita uno storico Sci Club, fondato nel 1914 e che si fregia della Stella d'Oro CONI e del Distintivo d'Oro FISI.
Architettura in pietra locale, paesaggi brumosi della montagna appenninica, neve che oltrepassa i piani delle case in inverno ed aria fresca in estate, ottimi latticini e pecorino locali, caratterizzano questo centro le cui origini risalgono all'Età del Ferro, come testimoniato dai reperti venuti alla luce in località Le Guastre. Invece, in località Fonte del Romito (o Fonte Romita) è stata rinvenuta, nel 1848, la famosa Tavola Osca o Tavola di Agnone, tavola bronzea in osco recante un'iscrizione sacra.
Un cenno particolare merita senza dubbio la sagra de la Pezzata, piatto tipico della civiltà della transumanza a base di pecora bollita e aromi; i sapori della civiltà pastorale portano migliaia di persone, anche da fuori Regione, al verde di Prato Gentile la prima settimana di agosto, da quasi un quarantennio.
Questa specialità veniva preparata dai pastori in alta montagna, rappresentandone uno degli alimenti principali. La ricetta è di semplice esecuzione, ma richiede una lunga cottura a fuoco lento, magari in un paiolo messo a bollire su un all'aria aperta.
Degna di visita è la chiesa parrocchiale dell'Assunta, che al suo interno conserva artistiche statue. Rilevanti sono i portali del campanile e il portale della Cappella della Visitazione. Tra gli edifici civili si segnala la casa baronale, del primo Cinquecento dei nobili Gualtieri-Budone.
La festa più cara ai capracottesi è quella che si tiene in onore della Madonna di Loreto. Le celebrazioni hanno cadenza triennale e si svolgono nei giorni 7, 8 e 9 settembre.
L'origine di questa festa è legata alla leggenda di un albero su cui apparve, miracolosamente, la Vergine e il cui tronco divenne poi la statua che oggi si venera.
Carovilli
Il territorio del Comune di Carovilli si presenta ondulato, con quote comprese tra gli 850 e i 1200 metri, e offre un panorama alto-collinare di interesse naturalistico, con pascoli estesi e morbidi rilievi coperti di vegetazione selvosa, soprattutto querce e conifere. Il paese è posto in una sella tra due montagne. Oltre che nel centro abitato è distribuito in alcune borgate, le maggiori delle quali sono Castiglione, Fontecurelli, Cerro Savino, Vaglie.
L'origine del nome di Carovilli ha avuto molte definizioni. La più fondata è quella fornita da alcuni storici locali secondo i quali la voce "Carovilli" ripete semplicemente il nome del console Spurio Carvilio Massimo, cioè "Carvilius", di cui parla lo storico latino Tito Livio nel libro X della sua opera "Ab Urbe Condita".
Tracce di tale periodo sono peraltro presenti nel territorio del comune che annovera, ad esempio, una necropoli in località Curelli, un piccolo tempio italico e diverse fortificazioni sulle pendici del Monte Ferrante. Proprio questa località, che prende il nome da una probabile fonderia di epoca sannita, ha assunto un ruolo fondamentale nello sviluppo storico del centro abitato poiché faceva da snodo tra due importanti tratturi, il Castel di Sangro-Lucera, e il Celano-Foggia, qui distanti solo due chilometri in linea d'aria.
In epoca longobarda Carovilli fu feudo dei Borrello, come si rileva da un diploma del 1068 col quale uno dei Borrello, Conte di Pietrabbondante, fece una donazione di beni al Monastero di S. Pietro Apostolo.
Da vedere anche la chiesa parrocchiale dell'Assunta, che conserva opere d'arte religiosa. Di un certo valore anche la chiesa di San Nicola in località Castiglione.
Dal punto di vista gastronomico, oltre ad ottimi latticini e formaggi, è possibile gustare primi piatti a base di funghi e tartufi, raccolti nei boschi circostanti. Il tartufo bianco di Carovilli era già noto nel Settecento, così come certifica un menù festivo custodito presso l'Archivio d'Alessandro, nel castello di Pescolanciano.