Complesso di San Vincenzo Maggiore: chiese e palazzi in Molise
La basilica di San Vincenzo Maggiore a Volturno era un complesso forse unico nel mezzogiorno d'Italia per dimensioni e per bellezza. L'intera struttura comprendeva la basilica vera e propria preceduta dall'atrio, una serie di officine che si addossavano alle sue mura e la Cappella di Santa Restituta.
La cripta della basilica, la Cripta di Giosuè, è un ambiente parzialmente sotterraneo, posto sotto il presbiterio della chiesa, costituito da un corridoio con andamento ricurvo che segue il profilo dell'abside centrale, ricoperto da una volta a botte. Dal vertice dell'abside inizia un altro corridoio, anch'esso in origine con volte a botte, che termina in una camera collocata esattamente al di sotto dell'altare maggiore.
All'interno di questa camera vi erano collocate le reliquie di San Vincenzo, probabilmente all'interno di una grande urna o di un sarcofago. Le altre quattro nicchie ospitavano probabilmente altre reliquie. La Cripta era quasi interamente decorata con affreschi: di sicuro interesse sono le decorazioni ospitate in due delle cinque nicchie e in particolare in una delle due si può riconoscere l'abate Giosuè, il fondatore della basilica, rappresentato come l'uomo più anziano, e il suo successore Talarico, il più giovane, che probabilmente ne portò a compimento la costruzione.
La Cappella di Santa Restituta è situata presso la porta originaria di entrata laterale alla chiesa. La sua fondazione risale all'ultimo quarto dell'XI secolo, con restauri e aggiunte che spiegano probabilmente il suo utilizzo anche oltre il periodo che definì l'abbandono del complesso monastico medievale, collocato nel corso del XII secolo. Si tratta di un edificio a tre navate con tre absidi, di pianta quasi quadrata.
La navata centrale, larga quasi 4 metri, è separata dalle navate laterali da quattro coppie di colonne. Il presbiterio invece è sopraelevato di due gradini rispetto alle navate e si conclude con tre absidi poco profonde, a testimonianza proprio dello stile architettonico diffuso dell'XI secolo. La cappella, molto probabilmente, fu eretta a memoria del monastero quando si avviarono i lavori per la sua demolizione e riedificazione sulla riva destra del fiume Volturno.
La basilica, consacrata nell'808, ha un impianto classico a tre navate, ciascuna con un'abside. La sistemazione dell'area presbiteriale, con la pergula, la cripta e le rampe di accesso al presbiterio corrisponde a quella ipotizzata per l'antica basilica di San Pietro in Roma, con la costruzione della cripta anulare a opera di papa Gregorio I intorno al 600. Gli stessi ambienti della cripta erano voltati a botte, cosa che è ricordata anche dal Chronicon Vulturnense.
Le pareti della basilica dovevano essere, in origine, interamente affrescate. Ancora dal Chronicon Vulturnense si deduce come l'abate Ilario fece rinnovare tutta la decorazione pittorica dell'edificio. Di questo originario corredo decorativo rimangono però ben poche tracce, visibili verso l'abside, della navata posta a Nord, dove si leggono i resti di due pannelli a motivi geometrici.
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