Vacanze in Molise: Chiesa di S. Maria Ester - Acquaviva Collecroce e Chiesa di San Nicola
Poiché il più antico edificio di culto era inadeguato alle sacre funzioni, per volere del protettore di Acquaviva Collecroce, Monsignor Tria, si provvide al restauro della chiesetta di San Pietro Apostolo, terminando i lavori nel 1728, in occasione della traslazione del corpo di San Leo: la facciata pericolante, fu allungata nella piazza antistante, fu costruita la facciata attuale e fu elevato il soffitto.
L'imponente facciata in pietra e in cotto è tripartita da slanciate lesene mistilinee ed è divisa in due piani mediante una movimentata trabeazione che crea buoni effetti plastici; il coronamento superiore è mistilineo. In corrispondenza del portale vi è una grande scalinata; nel piano superiore della facciata si aprono una ricca finestra e due nicchie laterali.
Sul lato sinistro si alza l'elegante torre campanaria, formata da quattro ordini, con arco nel piano terra, orologio nel primo, cella campanaria nel secondo e copertura cuspidata per il tetto.
L'interno, a una navata, è ricco di ornati di stucco: prezioso è l'altare maggiore dedicato a S. Pietro Apostolo, dove, sotto la mensa, in una cassa di ebano con cristalli, sono conservate le spoglie del Patrono S. Leo. Nella zona presbiterale si trovano il coro ligneo del 1750 circa e la cantoria datata 1771.
Sulla controfacciata è presente un dipinto a olio su tela raffigurante San Nicola di Myra databile 1740-1760 e presso l'ingresso un fonte battesimale datato 1575-1649 oltre a una coppia di acquasantiere pensili della prima metà del sec. XVIII.
Allo stesso secolo sono riconducibili la statua lignea di S. Nicola di Myra, il busto di S. Martino di Tours (restaurato nel 1983), il manichino della Madonna con Bambino, la statua dell'Immacolata. Diversi gli oggetti ecclesiastici (pissidi, calici, turiboli etc.) nonché i paramenti ecclesiastici dei secc. XVIII e XIX custoditi nella sacrestia; da segnalare un crocifisso probabilmente della fine del sec. XVI, in legno intagliato dipinto custodito nell'ufficio del parroco.
Chiesa di San Nicola
La chiesa, di origini antichissime, sorse in un'area che si sviluppò urbanisticamente solo nel sec. XVIII. Venne distrutta diverse volte nel corso dei secoli. Nel 1117 fu completamente rasa al suolo da un violento terremoto. Fu edificata, come oggi la vediamo, agli inizi del XIII secolo.
Vi si notano motivi stilistici-architettonici di arte meridionale evidenziati dalla robustezza delle mura, con motivi decorativi verticali di risalto ripetuti ritmicamente, e gli archi ciechi di chiaro stile romanico-lombardo.
Le strutture architettoniche sono simili a quelle della chiesa di S. Nicola a Bari. La facciata a salienti è divisa spazialmente da lesene, con capitelli che sorreggono cinque arcate cieche, delle quali quella centrale è la più ampia. Il portale presenta decorazioni nella lunetta e nell'archivolto della lunetta.
Una serie di arcate ogivali, sorrette da pensiline, divide spazialmente la fiancata destra della chiesa dove si apre un portale secondario con arco a tutto sesto, privo di decorazioni. All'interno la chiesa è divisa in tre navate, con quattro coppie di archi, tre a sesto acuto, una a tutto sesto (in corrispondenza dell'altare maggiore) sorrette da pilastri con semicolonne.
Oggi l'interno, da definire gotico perché gotici sono gli archi e i capitelli, risulta diviso in due zone: quella d'ingresso di poco superiore al livello stradale, quella presbiterale, compresa tra i pilastri con archi a tutto sesto, innalzata di qualche metro, a cui si accede salendo sedici gradini, fiancheggiati da ringhiere di ferro.
Le coperture sono a tetto in vista, sostenute da capriate per la sezione centrale; i grossi pilastri, liberati dall'ingombrante intonaco, mostrano pietre levigate e poggiano tutti su grossi dadi lavorati in lineare alternanza di gusci e di tori. I capitelli, per lo più semplici e geometrici, aderiscono allo stile gotico nei motivi decorativi.
Al di sotto del piano dell'attuale chiesa, durante lavori di riparazione del 1973, è stata rinvenuta una cripta che aveva originariamente volte a crociera le quali occupavano buona parte della zona presbiterale della sovrastante chiesa sino al limite di alcune tacche, motivo per cui si è dovuto inevitabilmente rialzare questa parte rispetto al rimanente piano pavimentato.
Si sono scoperte nella cripta, sul muro opposto alle absidi, due porte da cui si accedeva mediante scalinate alle navatelle superiori; si è notata, inoltre, la diversa struttura muraria delle absidi in nuda pietra come tutto l'edificio sino all'inizio delle citate tacche e poi con muratura a secco dall'inizio delle reseghe in giù. Tale scoperta ha confermato l'età della sua originaria costruzione (sec. V-VI) e di alcuni lavori realizzati intorno al 1200.
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