Montagna e natura in Molise: Matese

Il Monte Mutria sul MateseL'Appennino molisano: le Mainarde, il Matese e l'Alto Molise. In questi tre massicci montuosi, che regnano sovrani su tre importanti bacini della regione, si trovano le sommità più alte e suggestive del Molise.

Queste catene montuose, ricche di vegetazione intatta e di sorgenti purissime, danno vita rispettivamente ai fiumi Volturno, Biferno e Trigno, che nel loro lento scorrere verso il mare assicurano importanti bacini fluviali ricchi di storia e di natura, di paesaggi e di tradizioni, ancora tutti da scoprire.

Un vero e proprio patrimonio naturale, inteso come risorsa ancora integra e scolpita solo dai lavori tradizionali della campagna, caratterizzato da regolari ed abbondanti nevicate invernali che spesso nascondono le strade e le ricchezze dei monti molisani.

Ritrovare un ambiente protetto con parchi naturali, riserve, oasi, ma soprattutto la consapevolezza di un rapporto di convivenza sempre assicurato tra la gente molisana ed il proprio habitat.

Praticamente inesistenti le speculazioni edilizie ai danni dell'ambiente, che ha mantenuto tutte le sue caratteristiche, non solo fisiche, ma anche produttive, immutate nel corso dei secoli. Catene montuose che, come nel caso del Matese, guardano contemporaneamente a due mari, all'Adriatico ed al Tirreno, in una delle posizioni più affascinanti della penisola italiana.

 

Il Matese (I)

Morgia Sant'Angelo, detto Leonessa, nel comune di Cerreto Sannita

Il Matese è una delle zone più interessanti dell'Appennino centro-meridionale, con una varietà di caratteristiche fisiche e naturali difficilmente imitabili in un'area geografica di limitate dimensioni.

Il Massiccio, con una estensione di circa mille km2 e un perimetro di circa 200 chilometri, delimitato dai fiumi Volturno, Tammaro, Cavaliere, Calore e dalla piana di Bojano, definitosi nell'era del Mesozoico, circa 220 milioni di anni fa, mostra ricchi giacimenti di fossili di notevole interesse paleontologico.

Tra le vette più importanti ricordiamo Monte Miletto, la cima più alta in Regione, con i suoi 2050 metri sul livello del mare; Monte Gallinola (1923 m) e Monte Mutria (1823 m) che alimentano altrettanti bacini come quelli dei fiumi Biferno, Quirino, Tammaro, Callora, Lorda, Lete, Sassinoro, Acqua Calda.

I terreni, dove prevale l'elemento carsico, presentano una idrologia sotterranea di elevato interesse: i corsi d'acqua che scorrono in superficie vengono, infatti, inghiottiti nei terreni carsici per riaffiorare poi a valle. Fra le cavità di questi monti non di rado capita di osservare le famose "Marmitte dei Giganti", pozze d'acqua purissima che si formano dallo scioglimento delle nevi.

Grotte bellissime, fra le più lunghe d'Italia, come "Cul di Bove" (con uno sviluppo di circa 3 chilometri e una profondità di 906 m), o il Pozzo della Neve (con uno sviluppo di circa 7 chilometri e una profondità di 1045 m), rappresentano fondali impegnativi, ma altrettanto affascinanti per gli speleologi.

Sorgenti, corsi d'acqua e cascate, fra le quali la spettacolare "Forra di San Nicola", completano un percorso così interessante da appassionare anche i più impassibili al fascino dell'ambiente.

 

Il Matese (II)

Il Lago del Matese

La catena montuosa del Matese non manca di strapiombi molto eccitanti; straordinario è quello che affaccia sul Lago del Matese che, da una balconata naturale, consente di spaziare con lo sguardo sull'intero lago, una pista di lancio ideale per gli appassionati di deltaplano e parapendio.

Il Matese rappresenta inoltre una buona riserva boschiva, custodendo circa un quinto dell'intera superficie arborea molisana. Inoltrandosi nei sentieri che da Sepino si spingono fino a Roccamandolfi, ci si può imbattere, dalla primavera all'autunno, in mandrie di mucche e greggi di pecore, ricordo dell'antica transumanza, in cavalli che pascolano allo stato selvatico e negli ultimi carbonai che realizzano, con notevole maestria i famosi "catuozz" (carbonaie), vere e proprie "opere d'arte", oltre che ultimo retaggio di un'antichissima attività umana quale è quella della preparazione del carbone.

I pregiati pascoli polifiti (circa 22.000 ettari sul Matese) composti delle varie essenze foraggere che sono presenti al di sopra dei 1000 metri, costituiscono, per gli animali e per i pastori, un patrimonio da custodire gelosamente per i benefici effetti che si rispecchiano sulla qualità e sulla quantità del latte.

Nella zona pedemontana, nel bacino intermontano che ha per centro Bojano, i paesi dell'area offrono una serie di caratteristiche che soddisfano anche il turista più difficile: archeologia, monumenti, arte, artigianato, chiese, industrie modernissime, caseifici artigianali, musei, impianti sportivi e ricreativi, una cucina genuina e una buona ricettività in hotel convenzionali o in aziende agrituristiche.

 

Campitello Matese

Veduta di Campitello Matese

Il centro abitato di San Massimo è raccolto intorno alla sua chiesa parrocchiale. Alle spalle del paese si erge la cima più alta del massiccio del Matese, ossia Monte Miletto (2050 m).

Nel territorio del Comune di trova la località climatica di Campitello Matese, luogo di villeggiatura nel quale il turista può immergersi in una natura incontaminata. Durante la stagione invernale gli appassionati dello sci e della montagna possono praticare gli sport della neve, sicuri di trovare piste ben tracciate e battute. Campitello Matese, infatti, è la più attrezzata stazione sciistica del Mezzogiorno.

Il ricco patrimonio naturalistico rende la zona molto allettante per una vacanza riposante e distensiva. Una piccola faggeta di alto fusto, "Bosco di Pietra", riservata e discreta, durante l'estate, ospita concerti di musica classica e moderna che danno un sensazione di pace e di serenità; la varietà e la bellezza della vegetazione, le profumate fragole di bosco, i funghi porcini, i fossili del periodo cretacico (130-65 milioni di anni fa), le grotte del Fumo e delle Ciaole, i sentieri tracciati dal Club Alpino Italiano, una cucina autentica, unitamente a moderne strutture ricettive, stimolano il turista a scegliere questo luogo per le proprie vacanze.

Nella stagione invernale la località è una delle più ricercate dell'Appennino; l'abbondante innevamento e una buona "ski area turistica e agonistica", consentono allo sciatore esigente ed esperto, ma anche al principiante, l'ebbrezza di una discesa a misura d'uomo.

Sulle piste per lo sci alpino omologate per gare internazionali, nazionali e regionali, si svolge un fitto calendario di manifestazioni sportive e ricreative. I progetti ipotizzano, per i futuro, un ampliamento del comprensorio sciistico con la realizzazione di nuovi impianti e nuove piste sia nel territorio di Roccamandolfi, un versante mai utilizzato, ma di grande potenzialità, sia verso il monte Gallinola 1.923 m), nel territorio di Bojano e di San Polo Matese.

La stazione offre per il divertimento dei turisti, anche la possibilità di praticare lo sci notturno sulla pista Lavarelle; nella vasta pianura, attraverso la gola di Capo d'Acqua e fino alle pendici della Gallinola, si snodano le belle piste per lo sci di fondo.