Riserva MAB Montedimezzo - Sentiero Colle S. Biagio e l'Oasi WWF 'Le Mortine'
La Riserva Naturale di Montedimezzo fa parte delle riserve della biosfera istituite dall'Unesco nell'ambito del programma MAB (acronimo di Man And Biosphere).
Il complesso, che comprende anche le Foreste di Feudozzo e Pennataro, geograficamente e amministrativamente distinte, è oggi pertinenza dell'Azienda speciale del Demanio Forestale di Stato che lo gestisce ad eccezione della Foresta di Pennataro, competenza della Regione Molise.
La riserva si estende per 291 ettari e ospita numerose specie arboree, in prevalenza cerri e faggi; una ricca fauna, con splendidi esemplari di gatto selvatico, tasso, volpe; magnifici rapaci notturni e diurni; tortore, ghiandaie, colombacci.
Il bosco, che è luogo ideale per salutari e ritempranti passeggiate, offre ai visitatori aree attrezzate per piacevoli soste, sentieri facilmente percorribili e la possibilità di visitare il Centro visita - Museo, situato nello storico Casino demaniale, che raccoglie legni pregiati, anche antichi, sezioni di alberi, esemplari di uccelli e animali selvatici di piccola taglia, mappe e pannelli esplicativi, attrezzi legati al mondo contadino e pastorale, interessanti reperti floro-faunistici.
Il sentiero Didattico autoguidato <Sentiero Colle S. Biagio> è stato ideato principalmente con lo scopo di avvicinare il pubblico alla conoscenza dell' ecosistema della foresta. In linea con quelli che sono i presupposti del progetto Man and Biosphere dell'Unesco, si è voluto studiare il rapporto uomo-natura e l'influenza che il primo esercita quotidianamente sull'ambiente esterno, anche ai fini di uno sviluppo sostenibile.
Il percorso è stato realizzato dal Corpo Forestale dello Stato in occasione dell'Anno Europeo del disabile, tenutosi nel 2003 ed inaugurato ufficialmente nel luglio del 2004. Il sentiero si caratterizza notevolmente per ricchezza floristica e di fauna. Da notare come lo stesso sia stato reso accessibile anche per coloro che hanno delle ridotte capacità motorie.
L'Oasi WWF "Le Mortine"
L'Oasi Le Mortine, la 96ª del WWF in Italia, fa parte di un bosco a cavallo dei Comuni di Capriati al Volturno e Venafro. Ha un'estensione di 25 ettari e al suo interno ci sono sentieri natura, capanni per l'osservazione della fauna, uno stagno didattico, un giardino botanico e aree per la sosta dei visitatori.
L'intero comprensorio è da considerare, sia dal punto di vista storico che paesaggistico, il limite settentrionale della Reale Caccia Borbonica di Torcino e Mastrati. È una lanca fluviale artificiale lungo il fiume Volturno, creatasi in seguito alla costruzione di uno sbarramento per la produzione idroelettrica.
La vegetazione ripariale è ancora ben conservata, in particolare una zona di bosco idrofilo costituito prevalentemente da Ontano nero, Pioppo bianco, Pioppo nero, Salice bianco e Salice rosso, circondati da orniello, acero campestre, olmo e farnia nei punti più asciutti. È punteggiato all'esterno da esemplari di quercia a testimonianza delle antiche selve planiziali che avvolgevano i boschi fluviali e si estendevano sulla piana di Venafro.
Nei fossi e nei canali si sviluppa una vegetazione tipica composta da giunco, sparto, e fioriture di nasturzio e veronica. Il canneto borda le ripide rive dell'invaso di regolazione e si sviluppa in piccoli lembi nel bacino antistante lo sbarramento ENEL. Le specie strettamente legate all'ambiente acquatico sono molto diversificate, specialmente in inverno e durante le migrazioni.
Tra gli uccelli acquatici nidificanti sono presenti il germano reale, la gallinella d'acqua, la folaga, lo svasso maggiore, il porciglione. Tra gli svernanti troviamo esemplari di moriglione, mestolone, fischione, alzavola, marzaiola, moretta, codone, airone cenerino, raffigurato nel simbolo dell'Oasi, tarabusino, cavaliere d'Italia, airone rosso e garzetta; raramente l'oca selvatica.
Molto comuni tra i rapaci il nibbio bruno, la poiana, lo smeriglio, l'astore e il gufo di palude mentre sono più rari il Nibbio reale, il Falco pecchiaiolo e l'Astore.
Data l'abbondanza delle specie ittiche esistenti, è uno dei luoghi preferiti dagli amanti della pesca ed è da menzionare la cattura, a maggio del 2000, di una trota farnia del peso di oltre 5 chilogrammi. Le strutture dell'Oasi, il centro visita, i sentieri natura, i capanni per l'avvistamento degli uccelli, insieme al giardino botanico ed uno stagno didattico, danno il benvenuto al visitatore.
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