Folclore in Molise: feste e tradizioni per le tue vacanze in Molise

ITINERARIO DELLE TRADIZIONI POPOLARI

L'Assunta nella sfilata del Festival dei Misteri di CampobassoBuona parte dei comuni del Molise conserva ancora vive molte feste tradizionali.
Alcune affondano le loro radici in rituali o manifestazioni che possono farsi risalire al Medioevo o si riallacciano a culti pagani ancora più antichi, altre, di origine meno remota, non sono comunque meno emozionanti.

Alcune di queste feste hanno varcato i confini regionali e sono conosciute da appassionati, studiosi o da occasionali spettatori anche non italiani.

Per illustrarle, diamo un rapido sguardo a quelle più significative e spettacolari di alcuni comuni della regione, seguendo un percorso cronologico, che si snoda lungo l'intero arco dell'anno.

  • Le prime feste dell'anno ed il Carnevale: Colli a Volturno, Acquaviva d'Isernia, Tufara, Cercepiccola. Rocchetta a Volturno, Bagnoli del Trigno e S. Croce di Magliano
     
  • La Primavera: Le Carresi di Portocannone, San Martino in Pensilis, Ururi e Larino, San Giuliano del Sannio, Acquaviva Collecroce
     
  • Giugno: i Misteri di Campobasso
     
  • Luglio: la Festa del Grano di Jelsi
     
  • Estate: Termoli (San Basso), Capracotta (La Pezzata), Riccia (Sagra dell'Uva), Isernia (Pellegrinaggio al Santuario dei Santi Cosma e Damiano)
     
  • La Faglia di Oratino
     
  • La 'Ndocciata di Agnone

 

Carnevale e feste di inizio anno

Il Carnevale e le Feste di inizio anno: Colli a Volturno, Acquaviva d'Isernia, Tufara, Cercepiccola, Rocchetta a Volturno, Bagnoli del Trigno e S. Croce di Magliano

Un falò accesoIl nostro viaggio inizia da un caratteristico paesino in provincia di Isernia, ai confini con l'Abruzzo: Colli a Volturno.
Alla vigilia della festa di Sant'Antonio Abate, cioè il 16 di gennaio, gruppi di ragazzini, vestiti da monaci, girano per la viuzze dell'abitato, fermandosi a ogni abitazione, cantando le gesta del famoso eremita, ricevendo offerte in denaro e in natura.

Secondo la tradizione, la "benevolenza" del Santo è direttamente proporzionale alle offerte che i giovani cantori ricevono. La notte del 21, ad Acquaviva d'Isernia, si accendono dei grossi falò attorno ai quali la gente bivacca fino al mattino mangiando, bevendo e richiamando alla mente vecchi ricordi.

Entrambe le manifestazioni ci ricordano che è iniziato il periodo di carnevale e numerosi sono i riti carnevaleschi che resistono nei comuni delle due Province molisane. Sono senz'altro da segnalare, per i loro aspetti originali e spettacolari quello di Tufara e quello di Cercepiccola, località entrambe non molto distanti da Campobasso.

"Il diavolo", è questo il nome dato alla rappresentazione messa in scena per le strade del piccolo paese di Tufara l'ultimo giorno di carnevale, si può rapportare ai riti propiziatori per l'arrivo della primavera molto diffusi in epoca preromana, romana e nel medioevo.

Una comitiva, composta da un diavolo (personaggio con corna e tridente ricoperto da una nera pelle di capra) e da tre monaci che lo trattengono con pesanti catene preceduti da altri due personaggi, che rappresentano la morte apostrofando la gente col cantilenante ritornello «ah, la morte», fa scorribande per le case e le vie del paese, impaurendo e importunando i presenti.

La scena, che va avanti fino a sera, è interrotta dalla condanna a morte di un fantoccio rappresentante Carnevale, che dopo essere stato fucilato e scaraventato giù dagli spalti del castello viene mutilato dai "diavoli", che ne disperdono le spoglie nelle campagne vicine.
Diversa e certamente più delicata è la manifestazione di Cercepiccola, denominata i "Mesi" e che si svolge con cadenza decennale e ininterrottamente dalla fine del XVIII secolo.

La rappresentazione, una sorta di commedia popolare, viene eseguita da 32 personaggi, alcuni dei quali a cavallo, tutti di sesso maschile, che elegantemente e riccamente addobbati rappresentano: i dodici Mesi dell'anno, le quattro Stagioni, l'Anno, il Secolo, due Pulcinella, due Straccivendoli, un Maestro di cerimonia, un Direttore d'orchestra e otto orchestrali. La recita prosegue per tutta la giornata (l'ultima domenica di carnevale) senza sospensioni.

Riti piuttosto simili a quelli sopra descritti si ritrovano anche in alcuni comuni della provincia di Isernia. È il caso di Castelnuovo a Volturno, minuscola frazione di Rocchetta a Volturno, dove nel pomeriggio del martedì grasso si può assistere allo spettacolo dell'uomo travestito da Cervo.

La manifestazione, che vede la partecipazione di tre personaggi, il Cervo, un Pulcinella che a stento lo trattiene e il Cacciatore che abbatterà alla fine l'animale, affonda le sue radici negli antichi miti antropomorfi del mondo pastorale.

Sempre vicino ad Isernia, precisamente a Bagnoli del Trigno, rivive da alcuni anni il Carnevale dei dodici mesi, che pur avendo molte similitudini con quello di Cercepiccola, propone delle ambientazioni e dei personaggi originali, come la maschera di "Francische ru gìulliere" una sorta di Pulcinella locale, che apre e anima tutta la sfilata.

A Santa Croce di Magliano, paese che raccoglie le caratteristiche dei comuni molisani e quelli di Capitanata, durante la Quaresima resiste la tradizione della "Quarantana".

Un pupazzo di stoffa al quale sono attaccate tante penne quante sono le domeniche che mancano alla Pasqua, viene attaccato davanti alle porte delle case del paese; di domenica in domenica ne viene strappata una con un cerimoniale molto suggestivo che introduce alla festività.
Monacilioni è anch'esso un piccolo comune sito tra Campolieto e Sant'Elia a Pianisi e si può raggiungere anche dalla Fondovalle Tammaro che da Campobasso porta a Foggia.

Qui si saluta la primavera e l'arrivo delle prime rondini cuocendo un tipico dolce locale chiamato impropriamente "biscotto" in quanto di esso conserva soltanto la forma.

La mattina di S. Benedetto, in piazza, i biscotti vengono allestiti su una impalcatura a forma di piramide e vengono benedetti; successivamente sono offerti a tutti i presenti.